domenica 26 ottobre 2014

Propedeutica alla donna samurai

Nella tradizione giapponese, vi sono due figure ben distinte che solcano il mare del tempo orientale: il samurai e la geisha, due figure nettamente differenti appartenenti al Giappone, già dalla loro rispettiva etimologia si coglie la sfumatura del ruolo sociale ("colui che serve" e "artista").

Fortemente preparati nei loro compiti, insuperabili, impeccabili, entrambi hanno radici profonde e ineguagliabili da qualsiasi altra possibile imitazione, singolari e quasi dalla natura mitologica.

Nella mia attuale società, fatta di contraddizioni, è scaturita questa strampalata riflessione su queste due "anime orientali"  allieve di destini completamente differenti, ma accomunate da una disciplina tenace e da una scelta di vita di totale dedizione, una contrapposizione effettiva tra uomo e donna.

Il contrasto fra i compiti di un samurai e una geisha è largamente noto in tutto il mondo, ed è proprio qui che è andato ad urtarsi la mia attenzione. Ho iniziato ad immaginare tutte le potenzialità di un samurai incarnate in una donna occidentale o meno, che sin da piccola inizia il percorso di questo inarrivabile guerriero, con costanza, filosofia zen immancabile, precetti da seguire quotidianamente o semplicemente nulla di tutto questo, semplicemente averne l'attitudine, attitudine a rialzarsi dopo sacrifici che svuotano, l'attitudine a non permettere di farsi fare del male, l'attitudine a rispettare e a farsi rispettare, accettare la sconfitta a testa alta, a non temere il male e a guardarlo negli occhi, sfoderare la katana e affrontare le avversità, non raggirare il rischio ma guardarlo da angolazioni diverse e calcolare i pro e i contro per la mossa finale; celebrare il proprio equilibrio interiore e dedicarli tempo necessario, base principale per un benessere psicofisico.

Lasciare un attimo la visione della geisha (seppur figura stimata e a volte anche largamente ed erroneamente confusa con mera prostituta) e vestire i panni di un samurai ( ovviamente nel senso figurato del termine) non è niente male, allenarsi a pensare da guerriere e non da geishe, allenarsi a vincere, all'autocontrollo, a dare il meglio di sè per sè e non per una continua e sovrastante competitività che in modo delirante avvelena la nostra società, potrebbe essere un "pensiero propedeutico al samurai" che tradurrebbe la già note potenziali femminili in una presa di conoscenza del suo grande ruolo, sia in famiglia che nella società, senza subire né se stesse, né gli altri.  Sono sicura che già molte donne che "combattono" ogni giorno sin dal primo passo fatto fuori dal letto, adottano questo atteggiamento, son sicura che molte d'altro canto, sentono che la figura di geisha non le compete, o forse solo in parte o forse non lo è loro mai appartenuta. Tutto sta nel nostro approccio quotidiano, in cosa vogliamo trasformare la nostra energia, quanto siamo disponibili ad amarci, ad amare e in che modo. Serve guerriere? Guerriere serve? Serve e basta? Che poi.. chissà quanto pesa una Katana, curiose?


mercoledì 20 agosto 2014

La prevenzione del cancro al seno a tavola

Dalle più recenti statistiche i dati stanno diventando sempre più allarmanti: 1 donna su 8 viene colpita dal tumore al seno o comunque diagnosticato in fase precoce (fonte airc).
Non voglio creare allarmismo ma focalizzare l'attenzione su un argomento sensibile che desidero affrontare  in quanto donna. E se potessimo aiutarci di più?
Molte volte può capitare di chiedersi come questo male può iniziare, quali siano i fattori scatenanti e cosa invece può prevenire l'incontro con la malattia, quanto è importante volersi bene e quando i fattori genetici possono giocare un ruolo determinante, circa il 5-7 % dei tumori al seno è infatti ereditario (fonte airc).

Avere un'occhio di riguardo verso la nostra femminilità dovrebbe diventare consuetudine, le autopalpazioni al seno dovrebbero infatti iniziare all'età di 20 anni eseguite con regolarità mensilmente.
Anche un'alimentazione corretta è alla base della prevenzione: la maggiore indicata è la dieta mediterranea, più che basarsi sulla quantità bisogna prediligere la qualità di ciò che assumiamo, la rivista American Journal of Clinical Nutrition ha pubblicato una indagine volta a conoscere le relazioni tra dieta e salute, coordinato dall'agenzia nazionale per la ricerca sul cancro (airc) dai risultati svolti su oltre 320.000 donne appartenenti a Paesi Europei è risultato che sembra accrescere il rischio delle donne di ammalarsi con il maggior uso di carne lavorata (in scatola, insaccata) i ricercatori sostengono la tesi secondo la quale non siamo liberi di mangiare ciò che vogliamo, ma allo stesso tempo bisogna esser consci che una dieta troppo ricca di proteine animali può essere dannosa.
Continuano dicendo che, comunque, non può essere preso come punto di riferimento un solo fattore ma tener conto delle tanti variabili, tra cui le cattivi abitudini che di certo non devono passare inosservate.
Una notevole incidenza benefica sulla prevenzione del cancro al seno pare essere anche il nutrimento di pesce: da una ricerca inglese risulta che vi è ben il 18% di riduzione di insorgenza della malattia grazie alle già note proprietà delle sue componenti, tra cui l'omega3.

Abbiamo preziosi alleati, altro che diamanti, che possono aiutarci con la prevenzione, non hanno alcun difetto, sono coloratissimi, buoni e non potete dirmi che non mettono di buon umore: frutta e verdura!
Le loro fibre, vitamine, flavonoidi e isoflavoni (inibitori della cancerogenesi) sono un apporto indispensabile e un toccasana a portata di mano per il nostro organismo, portare a tavola questi grandi alleati non può che giovare.
Carciofi , ricchi di polifenoli, broccoli, i cereali che aiutano la disintossicazione dell'organismo, curcuma, spezia di base ricca di zenzero noto per le proprietà antiossidanti, frutti di bosco, pomodori, carote, insomma una carrellata di sapori che possiamo combinare come più ci piace e come vogliamo! Non abbiamo scuse!

Una macedonia durante la pausa lavoro,  un risveglio ai cereali, una spolverata di spezie sul vostro riso, un'insalata ricca di pomodori e carote fresche, tanti aiuti squisiti e veloci da preparare, sta semplicemente nel farlo rientrare nelle nostre sane abitudini quotidiane femminili.
Ah..dimenticavo! il cioccolato (cioccolato nelle sue percentuali pure  di fondente si intende) è ricco di polifenoli antiossidanti e rallenta i processi di degenerazione cellulare, lui almeno fa già parte delle buone abitudini vero?


per maggiori info consiglio il sito: http://www.airc.it/






giovedì 22 maggio 2014

Tutte/i in gonna contro il sessismo

"La giornata della gonna"-A Nantes nessuno ci ha pensato due volte, lo scorso 16 maggio i licei della città
Liceali uomini di Nantes indossano la gonna contro la sessismo
francese sono scesi per strada indossando gonne per dare voce ad una giusta causa: la lotta contro il sessismo.
Ragazzi e ragazze hanno sfoggiato in modo disinvolto gonne e minigonne di ogni stile possibile, mostrando un adesivo attaccato sul corpo che recitava "Io sono contro il sessismo, e tu?" al fine di lottare contro la discriminazione tra ragazze e ragazzi; l'azione provocatoria è ben riuscita a dispetto del freddo e della paura di cadere nel ridicolo.
Tutto è partito dal lancio di una campagna di sensibilizzazione sul problema del sessismo da parte dell'Accademia di Nantes, intitolato "Ce que soulève la joupe", oltre a questa dimostrazione simbolica sono in programma nei licei dei momenti di scambio di idee sulla tematica.

Ovviamente non sono mancati sentimenti opposti all'iniziativa, come la reazione dei contrari ai matrimoni gay, portavoce della lotta contro "la teoria di genere" che secondo i quali, nega "le differenze tra i generi sessuali".
I contrari all'iniziativa  hanno proposto l'annullamento della stessa, richiesta non accettata dato che purtroppo durante la rappresentazione le forze dell'ordine son dovute intervenire per separare gli oppositori anti-matrimonio gay dai liceali; ma non è la prima volta che i giovani e coraggiosi francesi prendono parte a questa denuncia rappresentativa, infatti l'anno scorso è stato quello dell'inaugurazione del primo evento in questione, non c'è due senza tre si dice, augurando che un gesto così semplice come quello di indossare una gonna arrivi dritto a chi indossa unicamente intolleranza.

venerdì 25 aprile 2014

"Cara mi prepari un sandwich?" - "NO" donne e luoghi comuni

Basta poco per capire che la donna di oggi oltre a far fronte a varie vicessitudini  e barriere sociali, deve avere a che fare con un botto di luoghi comuni che la seguono dall'epoca di non so quale secolo.
I luoghi comuni e gli "stereotipi" sulle donne sono intrinsechi alla società in cui viviamo, escon fuori quando meno ce lo si aspetta, anche in tristi battute che potrebbero esser risparmiate perché non fanno altro che alimentare il vento di questa assurda bandiera. 

Lo stereotipo della donna al focolare per esempio, rappresenta la donna perfettamente e unicamente dedita alla casa, alla cura della prole, servizievole, perfezionista per natura, una donna tutto fare ma da che se ne dica pare non poter avere un momento proprio; una donna spesse volte rappresentata ben lontana da una emancipazione sociale, specialmente in alcune pubblicità americane durante gli splendenti anni '50; stereotipo che ritroviamo in alcuni film Disney ma che nella trama portano ad una rivendicazione del proprio status.
Con il passar del tempo questa tipologia della donna rappresentata si è evoluta, lasciando spazio a figure simili ma che marcano un passo decisivo nelle loro abitudini: ora non soltanto più donna focolare ma con aggiunta di molteplici interessi cui lavoro e hobby, ma pur sempre confinata in un angolo della società.

Vorrei evidenziare come la visione della donna, comunque, non è pari in tutto il mondo,per esempio una conversazione tenuta con una mia docente Belga mi ha guidata al differente modo di vedere la donna nei Paesi Nordici:
nelle famiglie nordiche la donna non è predisposta a  svolgere unicamente tutti i ruoli possibili e immaginabili che comporta avere in una famiglia propria, ma, al contrario, il compagno è più presente, il confine del ruolo tra madre e padre nelle faccende domestiche è quasi nullo e parecchi uomini si prendono carico di accudire e crescere i propri figli; viene da pensare quindi che la figura della donna al focolare non rientra proprio nella mentalità. Questo non vuol dire che qui nessun uomo aiuta la propria moglie, compagna etc.. ma sicuramente una completa dedizione alla pari di quella femminile è molto meno diffusa.

Un'altro luogo stereotipato è quello della donna bella ma cretina , la domanda è: ma perché?
Perché ancora nel 2000 ci si perde in queste nefandezze? Mi è capitato di leggere alcune interviste di donne davvero ma davvero belle, con un cervello secondo a nessuno,in cui  esse hanno confidato che a causa della loro notevole bellezza si sono spesso sentite "in dovere" di dover dimostrare il doppio delle loro capacità sul posto di lavoro.

L'incontro/scontro con i luoghi comuni al femminile sono ormai quotidiani, sempre rimanendo nell'ambito dell'apparenza, quello più diffuso sulle bocche a quanto pare sia  il binomio minigonna=donna di facili costumi  (in termini delicati) che è diventato stucchevole anche parlarne, non capisco ancora come si possa avere uno smartphone che può farti andare sulla luna e allo stesso tempo avere un pensiero così medievale in testa. Non lo so, consiglio di scaricare un app cerebrale di aggiornamento.

E' importante sottolineare che, questi luoghi comuni e stereotipi non sobbalzan fuori unicamente da una mente maschile, è una mentalità "unisex" diciamo così, e ritrovarli nella mente di una donna ha un non so chè di  retrogusto amaro. 
In una occasione particolare, ero alla presentazione di un libro che trattava le donne e la mafia, si arrivò a parlare di donne, società e luoghi comuni, sino a chè l'intervento di una donna sulla questione, lasciò me e la mia amica al quanto sbigottite: essa infatti nel momento in cui la presentatrice del libro sottolineava la persistenza ancor oggi di questi benedetti luoghi comuni sulle donne, strepitò un "No, io non ho mai sentito un luogo comune sulle donne, non so di cosa stia parlando."
Inutile dire le espressioni delle donne presenti nella sala, nello specifico quella della mia amica che si tratteneva la bocca con una mano per evitare di sbottare, e io intanto mi chiedevo in quale realtà fosse vissuta la convinta signora, non lo so, forse nella sua città il mondo è al contrario.
Vorrei approfondire la questione comunque, indagando qua e la, intanto continuo a rimanere nella mia confusione.

mercoledì 19 febbraio 2014

Wellness fai da te

Ci sono sport e sport, ma soprattutto sportivi e sportivi, giusto?
Intraprendendo questo discorso voglio iniziare a focalizzare l'attenzione sulle varie forme dell'essere sportivi, una osservazione accurata, avuta per tanti giorni, per un periodo di tempo partito prima che voi iniziaste a far palestra, scherzo, l'osservazione è semplicemente iniziata da quando mio fratello è diventato un personal trainer e da quel giorno,ogni qual volta che ho incrociato uno specchio, ho iniziato seriamente a chiedermi come mai fossi così pigra, concependo a poco a poco la malsana idea che gli innumerevoli pensieri che produco compensano la perdita di calorie che dovrei perdere con una regolare attività fisica, contenta me. 
Dunque ho iniziato ad affascinarmi al "mondo fisicamente attivo" a questo punto immagino tanti omini della segnaletica stradale che divertiti fanno enjambement e capriole, adoro le persone attive, mi trasmettono energia positiva, equilibrio, defaticamento, relax, effettivamente le persone attive sembrano più rilassate di quelle sedentarie, ma non cadiamo  in ovvietà.

C'è a chi basta una camminata al mare per rigenerarsi, una partita di calcio con gli amici, una corsa in bici con le amiche, chi corre con il suo amato cane e chi, come me, è convinto che abbracciare un albero sia una carica diretta di energia pura. 

C'è chi fa tanti sforzi,mentali, emotivi e fisici per mantenersi  in forma: concentrazione pre-prestazione, seguire uno stile di vita corretto, no fumo no alcool no stress, ore di sonno mai perse, dieta equilibrata fatta da una ciotola ricca di parole come: carboidrati, proteine, lipidi, vitamine, folacina, carnetina, omega,minerali, zuccheri buoni, acqua.. acqua e ..ancora H2o! Le persone attente alla loro forma fisica riescono a creare una parte del loro cervello adibita ad una specie di dizionario alter ego degli alimenti,composto da parole come quelle accennate su che noi comunemente conosciamo come: pasta, pancetta, carne, mozzarella e pomodoro, pesce,coca-cola sfatta di zucchero etc.. loro li chiamano con i loro dovuti nomi di rappresentanza alimentare, lo trovo giusto.

E' divertente comunque immaginare di essere al bancone e vedere il tuo amico sportivo che ti dice: aspetta, tanto che ti trovi ordina 200 g di calcio per me  che io intanto vado a prendere una confezione di carboidrati a forma di farfalle. Il top! 

Poi ci sono gli sportivi metafisici, che anche se non grondano stanchezza da tutti i pori, allenano dapprima la loro parte interiore: la mente. 
Molte discipline orientali allacciano il benessere fisico a quello psichico, vedendo lo spirito come fonte motrice  primaria per una migliore auto-conoscenza e quindi un migliore utilizzo della forza ed energia del proprio corpo, non male come pensiero, ma purtroppo non è dal sol Levante che parlo quindi
non appena incontro gli sportivi che hanno adottato questa filosofia di vita rimango estasiata e mi faccio dire di più. Queste persone hanno la capacità di esprimere l'essenziale attraverso il corpo, mentre stanno tenendo un discorso sul tema gesticolano nell'aria dando l'impressione di massaggiare l' etere con le dita, come se avessero una bella schiena oliata e  profumata sotto le mani da accudire, far guarire dalle tensioni della vita.

Un'altro genere di sportivo è l'actionman tutto fare, la sua giornata non è composta da 24h ma da 32 e gli rimane ancora del tempo per fare 20 piegamenti prima di andare a dormire o durante lo spuntino di mezzanotte,no aspetta, non uno spuntino qualunque sicuro sarà tofu innaffiato da olio d'oliva  extravergine.
Le sue giornate corrono come lui, facendo jogging ovviamente, i raggi di sole gli fanno da tapis-roulant, la pesistica è al limite dell'impossibile e qualche barretta di cereali rimane infilata nell'elastico della tuta per il  post-allenamento, questi sportivi sono il livello successivo dei primi a volte, non sempre.
Emanano molto self-control, salute, energia e voglia di fare, sono una perfetta compagnia se non ti convince neanche  fare il giro dell'isolato in pantofole; la loro presenza col passare dei giorni può aiutarvi anche a sognare una eventuale maratona di New York, costruttivi, perfezionisti.

La motivazione è alla base dei diversi approcci allo sport, il temperamento di ognuno di noi arricchisce la nostra disciplina, nutrendola sapientemente con la conoscenza di noi stessi, qualunque modo sia quello con cui ci prendiamo cura di noi, è pur sempre una coccola che facciamo a noi stessi, coca cola più coca meno.







Quando l'amicizia è alcolica e made in Pakistan

Stare sempre nello stesso posto non mi allieta, si era forse capito.
Saltellando qua e la per L'Italia è piuttosto facile intraprendere nuove conoscenze, scoprire nuove abitudini, avere nuovi stili di vita, confrontarsi e confrontarsi ancora e ancora e...ancora.
C'è un filo comune che lega la mia ultima, o penultima vacanza made in Italy: l'alcool.
Ora, si esplicitiamo che l'abuso di alcool fa male, è bene bere con moderazione, o guidi o bevi, non esalto l'uso dell'alcool ma non sono neanche contro ma se non bevi è meglio; detto questo torniamo al tour.


Da subito il tema alcool è entrato prepotentemente nella mia vacanza, sin dalla partenza, sin dal momento in cui mi sono resa conto di dover affrontare circa 1000 km di treno con affianco un gruppo di adolescenti americani saliti già brilli, successivamente "imbirrati" e dopo ancora hanno preso all'unanime la brillante decisione di adottare una bottiglia di Jegermeister come se non ci fosse un domani.

"Im not drunk" è stata l'uscita di uno di loro, bene "la negazione è il primo sintomo di un alto tasso alcolemico" ho osservato, tra loro che starnazzavano ad alta voce quasi cantando come il famoso brindisi nella puntata dei Simpson della confraternita  in cui Homer diventa il Dio  della situazione.
Tuttavia sono riuscita ad ammirare mare/montagna coi sottotitoli americani.

Il secondo quadretto alcolico arriva senza preavviso, senza logica, no la logica c'era: il risparmio.
La logica del risparmio scatta quando ti rendi conto che una birra fresca,in una sera a caso infrasettimanale te la meriti, anche se devi affrontare un freddo cane e soprattutto pagarla quasi il doppio di quanto la paghi di solito nella tua sconosciuta cittadina.
Prima di mettere play al film che hai scelto tra i meno peggio, decidi di metterti la giacca e camminare nella fredda città del Nord, chiedendoti quasi ad alta voce perché non hai deciso di comprartela prima una diavolo di birra, cammina e cammina cercando di trovare il locale giusto o meglio ancora l'insegna giusta, per il gusto dell'ironia gli occhi cadono ovviamente su quelle spente. Da buon genio ti chiedi se il nervo ottico ti funziona al contrario, fino a che PAM! (in senso onomatopeico, non il supermercato) l'illuminazione! Si, in tutti i sensi, anche quella del neon, un nome a caso di minimarket che non ricordo ma che a tutti è traducibile come "pakistano" che non è la rappresentanza estera del Pakistan, tanto meno un ottimo venditore di pregiati tessuti (magnifici) ma semplicemente un minimarket comunemente accessibile con un orario più prolungato dei normali mini, nulla di più.
L'entrata è mistica, entrare dai pakistani è mistico. Vieni avvolta da un odore di spezie micidiali che personalmente amo, senza riserve, il mio "buonasera" all'entrata è coperto da una musica indiana che il commesso canticchia tamburellando le dita sulla cassa, perfetto manca solo che improvviso un musical per chiedere una semplice birra, l'ho pensato, forse l'avrei dovuto fare.

Acquistata la birra economica mi sono sentita compresa sul prezzo, tanto che mi hanno consigliato un pacco di patatine, massì avete ragione prendiamole, perché non aprite giù da me?
Felice ma malinconica del dover uscire dal loro mondo speziato, economico  e ballante  mi dirigo nel parchetto di fronte, il film può aspettare. Stranamente in mezzo ai pakistani mi sono sentita più a casa che in compagnia di un italiano che mi spara la critica sull'indecenza di bere l'alcool per strada, non l'ho capita.

Senza prestare troppa attenzione mi siedo davanti a questo spettacolo notturno: alberi silenti, erba profumata ma bagnata, parco talmente vuoto che sembra esser solo mio, giacca che odora ancora di curry e paprika e birra appena stappata. Ma davvero il film vuoi vederti?

Mi sono chiesta su come sarebbe stato in quel momento chiacchierare sia con gli americani del treno (magari molto più sobri) e i pakistani forse troppo stanchi a quell'ora per intraprendere una chiacchierata, chissà.
Le nostre distanze linguistiche sicuramente avrebbero arricchito l'aria di pensieri più diretti e divertenti, 
e a chi sarebbe importato se risparmiare sulla birra o meno, anche un bicchiere d'acqua sarebbe andato alla grande, tanto sarei tornata a casa ubriaca di culture diverse. 










martedì 18 febbraio 2014

Donne afghane e Legge contro

Una nuova legge non sarà di certo d'aiuto per le donne afghane, una  modifica al codice penale che non permetterà il progresso nelle punizioni giudiziarie  dei casi di violenza e soprusi sulle donne.


Nello specifico questa piccola  modifica al codice di procedura penale, vieterà ai parenti di una persona accusata di testimoniare contro di lei, così facendo la legge metterà a tacere gli eventuali testimoni che potranno esser d'aiuto come prova alla donna.

Il cambiamento è intitolato "Divieto di mettere in discussione un individuo come un testimone" altri soggetti coperti dal divieto sono i bambini, gli avvocati difensori degli imputati e i medici.
Questo disegno di legge è stato inviato al presidente Karzai, il quale deve prendere l'importante decisione di firmare o meno, d'altro canto gli attivisti delle organizzazioni che si muovo per la tutela dei diritti civili sono intenzionati nel far pressione affinché il Presidente stesso blocchi la legge.

fonte: The Guardian